15 ottobre 2014

Mi si consenta un piccolo confronto


Lo so, lo so: non si fanno paragoni ma io, che sono discola, lo faccio lo stesso!
Dopo 7 settimane di scuola in Francia, mi sono fatta una prima idea delle differenze fra il nostro sistema e quello della République, perciò vi diletterò con le mie riflessioni, yeah!

1) La prima differenza che salta agli occhi riguarda l'orario.
Qui la scuola e aperta dalle 8 della mattina fino alle 18:00. Questo ovviamente risolve un sacco di problemi alle famiglie con entrambe i genitori che lavorano e rende il lavoro femminile una realtà ben diversa dalla nostra.

2) Scuola aperta non significa solo lezione!
Esistono diverse associazioni, facoltative e a pagamento, che consentono agli studenti di impegnare le ore libere in attività di varia natura, essenzialmente sportive o culturali. L'associazione sportiva del nostro collège organizza corsi di arrampicata, arti circensi, badminton, ping pong, calcetto e step per un totale di 12 ore alla settimana. L'iscrizione all'associazione ha un costo annuo assolutamente irrisorio (12,00 € un figlio, 20,00 € due figli) e dà accesso a tutte le attività, anche a rotazione. L'iscrizione al Foyer (stesse cifre) invece consente di partecipare a laboratori di teatro, strumento, coro, e via discorrendo. Cade così la necessità di accedere a corsi esterni alla scuola per seguire le inclinazioni dei singoli ragazzi: vantaggio in termini di tempo e di costi.

3) Ecco, parliamo un po' di costi...
La "scuola media gratuita" da noi significa che non si paga una retta d'iscrizione ma tutto il resto è a pagamento. Qui significa che non si pagano neppure i libri: noi quest'anno abbiamo dovuto comprare SOLO un eserciziario di inglese e uno di Tecnica a circa 7€ cadaun libro!

4) Altri vantaggi???
Mah, temo che qui finiscano i vantaggi della scuola francese rispetto all'italiana. Orario lungo significa pochissimo tempo per fare i compiti e questo significa che i prof non ne assegnano: il lavoro di studio personale è davvero ridotto al minimo... sarà uno svantaggio? Per com'è impostata la scuola italiana, direi proprio di sì, qui non saprei. Certo che l'abitudine allo studio e alla riflessione personale dei miei due, li porta ad ottenere risultati eccellenti, pur avendo oggettive limitazioni a causa della lingua. Quindi apparentemente il metodo di studio italiano offre vantaggi anche qui.

5) E i prof malati?
Ecco, non esiste la nobile istituzione delle supplenze: manca il prof, salta la lezione e se salta la lezione, l'ora è persa, non si recupera più. Mi pare di aver capito che mandano un supplente solo se è prevista un'assenza di oltre 2 settimane. Niente supplenza = salle de perm: cioè i ragazzi vanno in un'aula chiamata Salle de permanence nella quale possono fare i compiti o leggere in silenzio, sorvegliati da un responsabile che NON è un prof.

6) Tante ore a scuola = tante ore di lezione
Non proprio: ho calcolato le ore di lezione vere e proprie e, escludendo le ore di francese per stranieri che i miei fanno ma che non sono ovviamente curriculari, fanno più o meno le stesse lezioni che fanno in Italia, solo distribuite diversamente. L'unica grande differenza è costituita della ore di ginnastica: qui sono 4 alla settimana.

7) I contenuti, tasto dolente...
Ecco, questa è la critica più dura. Per ora è solo un'impressione ma temo che, in termini di contenuti, di formalizzazione delle conoscenze e di studio teorico qui siamo ad anni luce dalla nostra tanto bistrattata scuola pubblica. Io ho studiato in Italia e probabilmente faccio fatica ad apprezzare un approccio così diverso, ma mi sembra che qui si dia molta importanza al "saper fare qualcosa" ma nessuna al "sapere perchè quella cosa si fa così". In Italia la domanda più frequente è "perchè?" in tutte le materie: non solo in matematica, domanda ovvia, ma anche in storia per esempio, o in grammatica. Sviluppa senso critico, obbliga ad andare a fondo, a ragionare e a parlare. Qui non mi sembra che si dia al "perchè" la stessa importanze.

8) L'orale
L'orale, questo sconosciuto: qualche domandina qua e là, molti test scritti a crocette, mai una prova a risposta aperta. L'unica insegnante che interroga secondo lo stile italiano è la prof di italiano, ovviamente vista come la perfida e tremendissima Mme Casazza che anzichè chiedere "in che anno Carlo Magno si è fatto incoronare imperatore" chiede "parlami di Carlo Magno", mettndo in grosse difficoltà gli allievi scolarizzati in Francia.

Mi accorgo di aver scritto un romanzo, ho abusato della pazienza di chi, pazientemente, mi segue, perciò mi fermo qui.

Bisous
Flo

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