Siamo davvero in grado di capire di cosa abbiamo bisogno per essere felici?
Di tanto in tanto guardo su Netflix un programma di intrattenimento nel corso del quale due architetti offrono la loro soluzione al problema distributivo presentato dalla famiglia di turno. Uno dei due architetti, un nord-irlandese geniale, ha il vizio di dire che il suo obiettivo professionale è dare alle persone ciò di cui hanno bisogno, non ciò che chiedono. E il bello è che lo fa davvero: gironzola per le case, osserva lo stato di fatto, analizza il problema presentato dalla famiglia alla luce di quello che osserva e... boom, fa la magia! Stravolge la "domanda", puntando l'attenzione sulla vera natura degli errori distributivi e li risolve proponendo soluzioni super-creative.
Questo suo atteggiamento (fastidioso, ammettiamolo, ancorché efficace) mi ha fatto pensare a Fiona di Shrek. Lei, rinchiusa nella sua torre, aspettava il bacio del vero amore per trasformarsi definitivamente in accordo con la sua vera natura. Voleva con tutte le sue forze che il suo Charming avesse fattezze umane perché lei si voleva umana. Invece no: la sua vera natura era "orchica" (si dice?).
Una trentina di anni fa un mio amico dell'epoca usava suggerire cautela nell'esprimere desideri: potremmo essere esauditi
Due post, oggi: ora smetto!
un portentoso ottimista, il tuo amico, a pensare che esprimendo desideri si rischi persino di essere esauditi.
RispondiEliminaCosì mi spaventi però. 🙄
RispondiEliminaMeglio evitare desideri per il momento. Ahahah...
Ciao cara Flo.
Di solito il desiderio travalica il necessario, proiettandoci in dimensioni di complicata affrontabilità, tipo quelli che dicono: "Perché vincere duecento miliardi al SuperEnalotto? Non saprei davvero come spenderli!"
RispondiEliminaEcco, non sono tra quelli 😁