03 marzo 2022

Confessione breve

Ieri ho commentato un post che una mia "amica" ha scritto su Facebook che riguardava la cancellazione di una serie di eventi sulla musica russa organizzati da un teatro a Genova. Ho commentato dicendo qualcosa di molto generico a proposito dell'assurdità di tale decisione, e qualcuno ha deciso di mettere un bel pollicione al mio pensiero. Fra gli altri, una signora dal nome russofono. Sono andata a vedere il suo profilo per curiosità e ho scoperto non solo che è russa, cosa di per sé di nessuna importanza, ma che giustifica e sostiene l'operazione di Putin.

Fin qui i fatti.

La mia confessione riguarda la mia reazione di fastidio: come può una persona che condivide l'ideologia di Putin e il suo operato condividere anche la mia opinione sull'universalità della cultura in generale e della musica in particolare? O, in altre parole: come può una persona cattiva e erronea in un ambito, essere nel giusto in un altro? Mi dà fastidio quel suo pollicione al mio commento, come se da solo fosse sufficiente a creare una sorta di complicità fra me e la signora russa pro-Putin.

Lo so: siamo tutti contemporaneamente buoni e cattivi, ma trovo difficile conciliare certi livelli di cattiveria con umani, universali sentimenti.  

4 commenti:

  1. Premesso che sono d'accordo sul tagliare eventi socio/sportivi/musicali etc a partecipazione russa. Molto meno sul non commentare Dostoevskij all'Università. Ma sono ovvi gli intenti. Si devono creare difficoltà alla socialità della popolazione russa, per sensibilizzarla contro il potere che si muove insensatamente. Poi degli eccessi se ne può parlare.

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    1. Certo. E da questo punto di vista, mentre è file cancellare concerti o lezioni, non trovo sbagliato proibire la partecipazione di case editrici russe alle varie fiere del libro
      Tornando a bomba, però, più che sul fatto in sé, mi premeva commentare la mia sgradevole reazione di fastidio nel constatare che una "cattiva" è d'accordo con me su qualcosa... Reazione totalmente illogica

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  2. Il fastidio, in questo caso, è comprensibile. Lo provo spesso anch'io in molte occasioni, ad esempio quando una persona che detesto dice una cosa intelligente o viceversa. Ma si impara a convivere, con questo fastidio.

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