12 giugno 2020

Now and then...

"Then" era questa roba qua: https://nonhomaitempo.blogspot.com/2015/05/la-melma.html
"Now", che roba è?
"Now" è il momento di un "pat on the shoulder" come si dice da queste parti, perchè riconoscere le proprie qualità è una parte importante del processo di crescita di ognuno. E, se è vero per i miei figli, deve essere vero anche per me.
L'episodio che ho raccontato nel "then-post" è vero e mi ricordo ancora quella sensazione, come di un corpo che, contro la mia volontà, riacquista tutto il suo peso fino a affondare in una melma di fango soffocante. Risale a molti anni prima ma, evidentemente, nel duemilaquindici l'incubo era ancora vivo e presente. La Francia mi ha fatto bene solo quando me ne sono allontanata... eppure ancora oggi, se mi chiedessero in quale città vorrei vivere direi Strasburgo.
Sono partita tante volte e tutte le volte sono stata capace di puntare la bussola e ripartire: quando da bambina siamo tornati a Lodi da Milano (la più terrificante esperienza della mia infanzia, non sono ancora riuscita a perdonare del tutto i miei genitori...); la Francia, che mi ha lasciato alcune conoscenze, il sogno di una nuova professione e una buona amica; l'Italia di nuovo, che più che un rientro è stata una nuova partenza, con il sogno di una nuova professione diventato via via più concreto, con un corso, il suo esame, un nuovo titolo di studio, il tirocinio, nuovi colleghi e nuove amicizie; ora l'UK, una lingua nuova, l'insegnamento dell'italiano, nuove conoscenze diventate carissime amiche (alcune, altre... va be'... lasciamo perdere!), la melma (ancora lei...) di tre anni fa trasformatasi (lentamente, è vero, ma ce l'ho fatta) in una nuova vita con nuove esperienze e non tutte negative. Diversa, la mia nuova vita, ma non male. Non male soprattutto perchè quello che ho costruito qui, poco o tanto che sia, è tutta e solo farina del mio sacco.

Salva dalla melma in eterno? No, ma quando mai? Se c'è una cosa che mi è diventata assolutamente chiara nel corso della mia esistenza è che niente è per sempre.
Col naso fuori per ora e per ora mi basta così.

Nota: "Nessuno si salva da solo" dovrebbe essere inciso su una medaglietta da consegnare ad ogni nuovo nato. Nessuno fa niente da solo, abbiamo numerosi debiti di gratitudine nei confronti di persone che talvolta neppure lo sanno. Quando dico che ciò che ho è farina del mio sacco non intendo assolutamente dire di aver fatto tutto da sola: sarò eternamente grata a chi mi ha dato una mano, talvolta inconsapevolmente, altre volte deliberatamente. 

8 commenti:

  1. Non ricordavo quel post.
    Evidentemente, l’Inghilterra ti ha fatto bene e, magari, ti si addice più degli altri posti.
    Saper ripuntare la bussola è un’ottima qualità.
    Per raggiungere la meta, però, occorre anche saper rimanere e continuare su una strada.
    Oppure, decidere semplicemente che la propria vita è fatta di tante nuove direzioni, da intraprendere e poi lasciare.
    Il che, di per sé, non ha nulla di male: è solo un prediligere le partenze rispetto al viaggio o all’arrivo.
    Detto questo, buona strada!

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    1. Non è questione di privilegiare le partenze, è che, se di ripartire si tratta, è bene saperlo fare perché piangersi addosso porta solo ad affondare nella melma.
      Ah, un'altra cosa: resistere resistere resistere quando una situazione diventa insostenibile (com'era in tempi remoti il mio lavoro, ad esempio) è forza d'animo o paura di cambiare? Abbiamo tutti il diritto di cercare di essere felici...

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    2. Nessuno nega questo diritto, anzi.
      Dopodiché, la vita assegna ruoli: a qualcuno è chiesto di saper perseverare, ad altri di saper cambiare.
      O forse, più esattamente, a tutti è richiesta la stessa capacità, solo in sfere diverse.

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  2. Cara Flo, pure io non lo ricordavo, ma ora che ci ripenso mi è tutto chiaro. Oggi qui minaccia di piaggia.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso-)
    Tomaso

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    1. Oggi qui c'è il sole e, dopo una settimana di tempo infame, è una benedizione! Come stanno i tuoi occhi?

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  3. Certe volte insistere nel cercare a tutti i costi di conoscere se stessi, oltre a non essere un processo facile può portare a grosse delusioni. E anche non farlo, essere volontariamente inconsapevoli lasciandosi scorrere addosso tutto, non va bene. Ci vorrebbe una via di mezzo, non sempre percorribile, ma ne siamo capaci? Io a volte ci provo... anche se è difficile.

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    1. Preferisco una deludente consapevolezza alla soddisfacente falsa conoscenza di chi io sia veramente.
      Tu no?

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  4. Siccome la "via di mezzo" è difficile da percorrere, non ci penso e mi tengo quello che sono... 😉🤗

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