19 luglio 2011

La carpa

Sabato pomeriggio il mio vicino di casa ci ha regalato una carpa e, sorridendo, mi ha detto "Adesso, signora, tocca a lei: si diverta!" e mi messo un mano un enorme sacchetto contenente il pesce più grosso che io abbia mai visto. Luccicava, era scivoloso e con le squame grosse come medaglioni, di un colore insignificante ma profumato di pesce fresco... sapeva di buono! Lungo forse 60 cm e di circa 4 Kg: pulirlo è stato un delirio!!
Alla sua vista mi sono sentita piccola, direi 11 anni e mezzo, e ho risentito l'odore polveroso di vecchi libri, l'odore che hanno le biblioteche quando nessuno si prende mai la briga di cambiare l'aria; mi sono rivista seduta ad un enorme tavolo, alle prese con uno schedario, oggetto mai visto prima, pieno di cartoncini recanti indicazioni relative a libri strani, da adulti bibliofili topi da biblioteca. Ed io persa lì dentro, spaesata e sola, alla ricerca di un testo semplice che mi raccontasse qualcosa sulle carpe, pesci di palude grossi e coi baffi, notizie adeguate alle ricerche di una bambina di prima media. Mia mamma, più spaesata e persa di me, mi aveva accompagnata, frettolosamente affidata alla bibliotecaria (che altrettanto frettolosamente aveva ricominciato a parlare con la sua amica) prima di scappare precipitosamente, probabilmente da mia nonna.
Al solo sentir parlare di una carpa mia mamma è tornata indietro di 30 anni, se è sentita spaesata e sola e trapiantata in un luogo che avrebbe dovuto esserle familiare e che invece non riconosceva più e che odiava dal profondo. E' ripiombata nella sofferenza di giorni senza luce, io e lei in auto, ferme al semaforo rosso a piangere, senza parlare.
Ieri le ho portato i bambini prima di venire in ufficio, bevendo un caffè mi ha chiesto "Sai cosa mi fa venire in mente la carpa?" ed io ho risposto "La mia ricerca i biblioteca." Abbiamo conservato lo stesso ricordo, io con lo stesso senso di smarrimento, lei con un senso di colpa che probabilmente non supererà mai.
Tempo fa mio papà mi ha raccontato di essere consapevole di quanto io abbia sofferto in quel periodo ma di non aver avuto scelta. Io penso che si ha sempre una scelta e che no, papà, non sarai mai consapevole di quanto io e la mamma abbiamo sofferto.

9 commenti:

  1. E' un racconto molto strano, forse scritto in fretta e in modo non completo, per chi non conosce l'episodio a cui ti riferisci.
    Tuttavia, mi stupisce il fatto che tu ti fossi sentita sola e spaesata in una biblioteca (a me è successo anche di peggio, quindi sono dalla tua parte), luogo che invece avrebbe dovuto ispirare il piacere della ricerca e la gioia di imparare qualcosa di nuovo.
    Forse anche questo ha contribuito a incrementare l'ignoranza, la superficialità e l'arroganza, che ci contraddistingue, in generale, come italiani.

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  2. Potrebbe non c'entrare niente con la tua carpa e i tuoi ricordi ma te lo racconto ugualmente. Ieri si parlava con mia madre dei disturbi che ha avuto durante la menopausa, cominciata peraltro molto presto. I disturbi sono stati di natura prevalentemente psicologica: ansia, attacchi di panico, depressione. Mio marito ci ha subito tenuto a precisare che sua mamma non ha mai sofferto di nulla di tutto questo (non se lo ricorda, sua mamma è stata altrettanto depressa) e che non ci sono necessariamente trasmissioni genetiche dei disturbi. Io so cosa pensava ... lui pensava che non sarebbe mai in grado di affrontare una cosa simile, che catalogherebbe ogni disturbo come fisima. Me lo ha confermato più tardi quando ha affermato che con la ragione si può sconfiggere qualsiasi ansia o depressione o sciocchezze di questo genere. Ecco, io credo che siano davvero rari gli uomini in grado di comprendere le donne e le loro tristezze.

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  3. io credo che ne sia consapevole ma che gli faccia male ricordarlo... e forse spera che il tempo aiuti anche voi

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  4. Quando ho parlato di ignoranza, superficialità e arroganza, non mi riferivo, naturalmente, a tuo padre.
    Mi riferivo a quella insegnante che non ti ha spiegato come avresti dovuto fare quella ricerca, affinché tu imparassi a fare una ricerca; e a quella bibliotecaria che non ti ha seguita né aiutata (e che non avrebbe dovuto lasciarti sola, visto che eri minorenne).
    In questi giorni sto seguendo un'industria galvanica che deve rifare l'impianto di depurazione delle acque di processo, per poterle riutilizzare: mi ci sono volute circa 150 ore solo per raccogliere e ordinare dati che avrebbero dovuto fornirmi già loro (in qualcosa come 10 minuti): queste cose succedono perché gli industriali non conoscono i loro processi e men che meno li monitorano, perché chi vende loro degli impianti non chiede mai a cosa servono, per non far spazientire il cliente, perché nessuno si interessa di alcunché. Si naviga sempre a vista e poi ci si stupisce della crisi...

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  5. Sara: non preoccuparti, avevo immaginato che intendessi una cosa così. Quanto all'episodio, non c'e' molto da dire: sono stata sradicata da casa mia, dalla mia scuola, dalle mie amicizie, dal mio mondo nel giro di mezz'ora e non Vi ho più fatto ritorno...

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  6. Quando vedo gli immigrati, penso sempre al dolore che può accompagnare la maggior parte di loro, per essere stati costretti a lasciare la propria terra.
    Personalmente, nonostante non mi sia mai sentita accolta nella regione in cui vivo e nella quale, col passare del tempo, mi sento sempre più emarginata, riesco ad amare questa terra in modo assoluto, perché c'è ancora una natura che riesce a confortarmi e che mi aiuta a trovare la forza di resistere. Come mi sentirei, se per colpa di qualcun altro, fossi costretta ad abbandonarla per sempre? Non oso pensarci...

    Per Sogno: non voglio credere che gli uomini abbiano meno sensibilità. Credo che sia un fatto culturale. Negli ultimi mesi ho avuto forti contrasti (finalmente!) col mio compagno, che ora, però, è un altro uomo, che si sente più libero di esprimere quello che non è mai riuscito a fare prima. Si sta lasciando andare alla spontaneità.
    Anche noi donne abbiamo delle cose che ci rendono più vulnerabili, perché nell'educazione siamo state soffocate in qualcosa.

    Morale della favola: può esistere un Dio che abbia creato un'umanità così autolesionista? Mah, ...!

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  7. spero che mangiare la carpa sia servito ad esorcizzare il passato e a rimuovere il ricordo sgradevole. baci :)

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  8. Lyric: per il momento e' nel congelatore;-)

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  9. e mangiala... sono sicura che sarà terapeutica :)

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