Una delle conseguenze dei miei numerosi trasferimenti è che il "noi" diventa troppo sovente un tristissimo "loro + io".
Loro, quelle che rimangono, continuano la vita di prima: si scambiano caffè e link alle notizie del giorno, condividono opinioni sulla penuria di cetrioli o l'ennesima coda alla barriera di Milano sud, chiedono e offrono consigli sul supermercato più fornito o il rinforzante per unghie più efficace. Loro.
Io, io che parto, cerco di fare dell'ennesima città nuova qualcosa di più di un bel posto da visitare. Casa, no, casa è impossibile: casa è dove le strade raccontano la mia storia. Magari una storia triste o in qualche modo negativa (altrimenti mica ci si allontana, no?) ma comunque mia.
Non mi sto lamentando, è una scelta fatta ormai tanti anni fa (anche Strasburgo fa parte di questa collezione) e queste ne sono le conseguenze; non sono positive e non sono negative. Sono.
Ieri un'amica mi diceva che mi invidia perché lei è sempre irrequieta io invece sembro contenta di quello che ho. Davvero? Invece io credo che questo bisogno di spostarmi, questa incapacità di fermarmi (ormai posso parlare di incapacità di fermarmi?), sia un chiaro segno di inquietudine.
Mi sento molto vicina a Vianne Rocher, sapete, la protagonista di Chocolat... Così, per darmi un'aria letteraria
Abbiate pazienza, sono solo pensieri sparsi
Ho amici che vagano piacevolmente per l'Europa e l'unico loro cruccio riguarda i genitori che invecchiano. Io pure mi sposterei (ma pure solo da Roma a MIlano, a Lucca, a Perugia.. ma darei una coltellata al mio papà novantenne unico rimasto.. quindi continuo in questa città mai sentita mia e poi, un giorno, si vedrà.. (che non è che ci sia poi tutto 'sto tempo ancora..)
RispondiEliminaNon parlarmi di vecchi genitori...
EliminaEcco..
Eliminaè proprio vero che ognuno ha la propria idea di casa, e che tutte vanno bene...
RispondiEliminano, casa non è necessariamente dove ho la mia storia, meno che mai se negativa.
ma qui torniamo su temi triti e ritriti, che conosci a memoria.
casa, per me, è il posto del cuore, che sia o no dove abito, o dove sono nata (quello, sempre e per sempre) o dove sono stata anche per un tempo breve.
quel che conta, per me, è aver percepito con un luogo una connessione tale per cui so bene che potrebbe essere casa senza problemi, se mi ci trasferissi.
In realtà per me è un dramma: ho abitato in 5 città di 3 Paesi diversi e in nessuna mi sento a casa: le ultime 3 per ovvie ragioni, le prime 2 perché boh... una perché non lo è da troppo tempo, l'altra perché non la "sento"
EliminaChe si fa??