09 febbraio 2018

Homesickness

Cosa ti manca in realtà quando ti manca qualcuno? Di cosa senti la necessità? Un pranzo veloce sotto l'ufficio, un caffè. Confidenze. Risate.
Confidenza.
Oggi l'ho chiamato: mi aveva mandato un messaggio ("Ciao, come stai?" laconico, su whatsapp) ma, digitando la risposta mi si congelava la mano (nevicava, faceva freddo) perciò ho pensato che un colpo di telefono sarebbe stato meglio.
Ed ecco il gelo vero, peggio della neve, dovuto alla confidenza svanita, al non sapere più cosa dirsi, al venir meno di quella quotidianità necessaria a mantenere vitale un rapporto.
Tutto bene, sto andando in stazione, che sorpresa la telefonata, sì oggi fa freddo, qui è tutto grigio, non smette di piovere... va be' ciao, devo andare che mi aspettano.
Cosa mi manca, veramente, delle persone che mi mancano?
Manca la compagnia abituale di certi particolari momenti: il caffè della mattina con qualcuno, il confronto dopo le riunioni a scuola o dopo le pagelle con qualcun'altro, la cena dopo le vacanze con altri ancora, un film, un incontro in biblioteca... ogni evento richiede la sua particolare compagnia, impossibile scambiarle perchè non sono intercambiabili.
Ma, ed è questo che non viene capito, quando torno e cerco di riprendere le vecchie abitudini, non ci riesco: faccio cose che mi appaiono estranee con persone che stento a riconoscere, non seguo le conversazioni, non capisco le battute.
E non parlo.
E se parlo è peggio perchè ho sempre l'impressione che quello che ho da dire, le esperienze nuove che sto vivendo, le scoperte che ho fatto, in realtà non interessino molto a nessuno dei miei interlocutori. Talvolta ricavo dalle loro risposte l'impressione che nulla di ciò che racconto sia davvero nuovo, come quando mio papà racconta del problema alla fognatura della casa al mare: storia vecchia, mai risolta e che mai si risolverà, quindi perchè parlarne?
...faccio cose che mi appaiono estranee con persone che stento a riconoscere, non seguo le conversazioni, non capisco le battute... Loro sono andati avanti sul loro binario io, tornando, li cerco dove li ho lasciati e non li trovo.
(Probabilmente, se anche li trovassi nell'esatta posizione nella quale li ho lasciati non li riconoscerei perchè ho cambiato le lenti agli occhiali...)

4 commenti:

  1. Cara Flo, i tuoi piccoli racconto sono veramente interessanti!!!
    Ciao e buona serata con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie del tuo apprezzamento, Tomaso, mi fa sempre molto piacere!

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  2. mah... fatico un po' a entrare nel senso vero di questo post.
    fatico a capire se il problema stia in te, che non ti trovi più con le persone che hai lasciato, perché hai cambiato lenti (?) o perché i cambiamenti - che inevitabilmente riguardano anche le vite degli altri, non solo la tua, seppure in modo diverso - te lo impediscano.
    oppure se, invece, il problema stia negli altri... che non si interesserebbero abbastanza alla tua nuova vita.
    Se, quando torni, fai cose che ti appaiono estranee con persone che stenti a riconoscere, forse non è poi questa grande homesickness...
    ma probabilmente non ho capito niente... e forse non è questa la sede per parlarne.

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    1. Ho solo detto che, quando torno a casa, spesso mi sento un po' spaesata, niente di più.

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