Ho da sempre una insana passione per le penne stilografiche. Ne ho una piccola collezione e, ogni tanto, compro un nuovo esemplare o un boccettino di inchiostro o un quaderno di quelli con eleganti copertine e carte adatte. Ne inchiostro due o tre alla volte che uso a rotazione per scrivere note quotidiane, appunti, piccole riflessioni... Robetta.
Amo accendere la lampada sul mio tavolino, spostare la sedia e aprire il cassetto, prendere il quaderno e scegliere la penna da usare, fare tutto in silenzio per non svegliare chi dorme, felini o umani che siano, pregustando quel momento tutto per me. Di notte nessuno telefona, nessuno manda messaggi, per strada c'è meno gente e nessuno lavora... C'è una lentezza, nella scrittura a mano, che obbliga il nostro cervello sempre di corsa a prendersi il suo tempo. Dono prezioso.
Tempo fa ho visto un annuncio di lavoro: uno scrittore offriva un compenso a chi fosse in grado di ricopiare su Word il suo ultimo libro, scritto a mano.
Mi piace scrivere a mano, come ho detto sopra, ma mai nella vita mi verrebbe in mente di scrivere un intero romanzo, a mano! Un romanzo è un lavoro immaginato per la lettura di altri, per essere sottoposto a un editore, corretto, impaginato, magari stampato e venduto. Immagino che siano parecchie le persone che, a vario titolo, devono metterci le mani sopra per trasformare idee e parole in un prodotto da sfogliare. Come si fa a scrivere a mano sapendo che comunque, prima o poi, tutto deve essere ricopiato su word?
Invidio l'autore, comunque, che ha avuto il coraggio di smettere di immaginare e cominciare a fare.
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