12 novembre 2024

U

 


Ultimatum

Scrivi per almeno 20 minuti o muori, mi dicono. Ok, però dammi un minuto che mi metto comoda altrimenti come faccio a tirare 20 minuti??

Sono le 14:54 ma ho cominciato alle 14:53, quindi alle 15:13 metto giù la penna. Ma quale penna se stai scrivendo al computer??? Ma sì, dai che hai capito benissimo, non fare il pignolo puntiglioso!

Ora però, avendo tirato in lungo le premesse, mi toccherà ben scrivere qualcosa... 

Mmmmhhh, vediamo...

Sono seduta sul divano della sala grande, dalla finestra orientata a sud-ovest entra un sole accecante come solo in inverno può essere, così basso sull'orizzonte e così limpida l'aria... ma non importa: sopporterò il fastidio dato che da 4 giorni non si mostra, il maledetto. Accanto a me, le mie gatte ronfano, Dana accoccolata con grazia regale sulla sua pila di cuscini, felina principessa sul pisello, Key tutta aggrovigliata sulla sua coperta verde, una zampetta a coprirle gli occhi. Il campanile della chiesa di Santa Caterina suona le 3, una nuvola grigia copre il sole ma veloce si allontana, fra poco sarò di nuovo inondata di luce.

Tutto è silenzio, la casa sembra disabitata; l'albero del giardino, quello rosso, ha gia perso gran parte delle sue foglie, che giacciono ai suoi piedi, rossa e scivolosa coperta. Gli altri, quelli di sfondo che gli fanno da quinta, resistono verdi, ma è tutta fatica sprecata. Devo avvicinare alla finestra (eccolo di nuovo, il sole!) i vasetti del balcone: i serramenti hanno l'età della pensione, senza guarnizioni antifreddo e con un singolo vetro, non isolano niente e tanto basta per non far morire di freddo le piantine all'esterno. Ogni rovescio ha la sua medaglia, diceva Tommaso da piccolo!

Tommaso... sembra felice a Milano. Al contrario di Matilde che mi sembra persa tutta sola in Inghilterra... sabato vado a trovarla, le porterò i croissant del Mulino Bianco e qualche scatola di Sablés di Normandia.

Forse ha ragione B. quando mi descrive come una madre e una moglie: mi sono trasformata esattamente in ciò che non volevo essere. Magari capita più spesso di quanto immaginiamo, che le nostre paure ci rincorrano, intendo, una specie di profezia auto-avverante. Come spezzare la maledizione?

Ecco di nuovo una nuvola, che quando passa spegne la luce e abbassa il riscaldamento, che fastidio!

Dana si stira aggrappandosi al cuscino con le unghie, temibili armi improprie; Key le fa il verso girandosi a pancia all'aria, stortignaccola e impudica...

15:14, ho sforato, basta: metto giù  la penna e caramente saluto tutti voi.

Baci Baci

PS: non devo rileggere quindi non lo faccio, perdonate typos&mistakes

04 novembre 2024

T

 


Traiettorie (e traguardi?)

Pochi giorni fa, pigramente seduta a tavola, chiacchieravo con i miei trascinando il caffè del dopo-pranzo fra ricordi di eventi più vicini alla guerra che a questo millennio. 
Mio padre, come d'abitudine, si lamentava: recriminava di essere stato sacrificato dai suoi genitori che, ciechi ai suoi talenti e sordi ai suoi desideri, avevano deciso di far studiare mio zio suo fratello, perché primogenito, e non lui. In effetti non si capisce: di 4 fratelli, mio zio avviato agli studi di ragioneria, la zia, terza figlia, maestra, mia zia l'ultima addirittura liceo e poi laurea in matematica e mio padre secondogenito avviato alla carriera di garzone di tipografia dopo la terza media.

Qualcosa davvero non torna. 

Fatto sta che questa storia, che sento da che ho memoria, lo tormenta. Dopo aver lavorato in tipografia per un anno, ha deciso di meritare di più e fra insistenza varie è riuscito a diplomarsi geometra (cominciando direttamente dalla seconda per recuperare l'anno perso perché "noi alla vostra età saltavamo i fossi per il lungo!"). L'università no, a quella proprio ha dovuto rinunciare.

Se si guarda alla sua esperienza individuale, qualche ragione effettivamente ce l'ha. Ma in una prospettiva lunga, che abbraccia le generazioni, lui ha messo il suo tassello, come sua madre prima di lui e i suoi figli dopo di lui e i miei figli dopo di me.
 
Nell'economia del mondo non significa niente, ma per lui potrebbe significare tanto. 

PS: ultimamente parlo parecchio di mio padre. Significherà qualcosa?