19 maggio 2022

Per restare in tema...

Ha suscitato grande risentimento la notizia dell'esclusione delle università italiane dalla lista di quelle ammesse a una scorciatoia per il rilascio di visti di lavoro UK (quiquiQui invece gli elenchi).

Vorrei fare alcune considerazioni.

La prima, banale, riguarda il fatto che la Brexit, per costruire la quale Boris Johnson -ci piaccia o no- è stato eletto, ha sempre previsto rigorose limitazioni agli ingressi nel Regno Unito e le limitazioni legate ai titoli di studio e alle professioni sono sempre state sul tavolo.

La seconda, a mio parere altrettanto banale, riguarda il fatto che non è stato proibito l'accesso ai laureati italiani, solo non ne è stato garantito l'accesso automatico. E, a leggere bene la norma, non è stato garantito il Visto automatico neppure ai laureati di quelle università: hanno "solo" un percorso preferenziale per fare domanda e non devono necessariamente avere uno sponsor (questa è la vera grossa differenza)

Una terza considerazione riguarda la scelta delle graduatorie dalle quali l'UK ha pescato le università da favorire. Due sono anglosassoni (una -THE- certamente UK, la seconda -QS- credevo USA ma in certi siti è stata definita UK), la terza invece è di Shanghai. Non è escluso che abbiano favorito graduatorie che analizzano i parametri ai quali loro danno valore e che questo abbia portato a privilegiare queste classifiche anziché altre. 

Un discorso a parte merita invece il fatto che le università italiane non si fanno mai onore nelle graduatorie internazionali e, soprattutto, le reazioni che questo fatto comporta. Da un lato una bella alzata di spalle seguito da un bel "chissene", dall'altro articoli entusiastici ogni volta che una delle nostre scala una posizione o due. I due atteggiamenti sono in contraddizione: ci interessano le graduatorie oppure no?

Se non ci interessano, perché tarate su parametri che non rappresentano le nostre peculiarità, smettiamo di lamentarci delle conseguenze. Se ci interessano, perché magari attrarre talenti e fondi non fa schifo neppure alle nostre glorie nazionali, allora smettiamo di lamentarci, analizziamo per bene i parametri che vengono presi in considerazione e cerchiamo di migliorare le nostre prestazioni lì dove serve.

Per i nostri laureati eccellenti (non per tutti: per quelli eccellenti) le porte saranno sempre spalancate perché l'UK non smetterà mai di fare quello che fa da sempre: attrarre talenti e non farseli più scappare.

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