Senza nulla togliere alla gravità delle atrocità compiute da Priebke, mi rattrista profondamente quanto è successo e sta tuttora accadendo in occasione del suo decesso: il rifiuto della Chiesa di Roma di concedere un luogo per la celebrazione del funerale e l'affannoso tentativo di "scaricare", ad un altro (Paese, Comune, governo...) difficile da reperire, la salma per la sepoltura.
Non mi stupiscono i blitz, i carabinieri schierati, le bandiere rosse (colpevoli di atrocità simili ma che facilmente vengono dimenticate o, peggio ancora, perdonate): erano da mettere in conto.
Avrei apprezzato, però, che la Chiesa, almeno lei, si dimostrasse capace di guardare con pietà ad un uomo che, ormai morto, si trova davanti a Dio ad ascoltare il Suo giudizio.
Un passo indietro, umile.
Un funerale che non avrebbe significato: ti perdono, ma: affido la tua anima a Dio perchè lui ti conosce e solo Lui può giudicare. E una sepoltura anonima, questo sì: la stupidità della gente è infinita e certe manifestazioni vanno evitate.
Ecco, l'avrei apprezzato. Ciò che è successo invece sa di vendetta e di operazione politically correct, degne più del governucolo che ci ritroviamo che della Chiesa e di ciò che vuole rappresentare.
Direi che sono anch'io fuori dal coro
RispondiElimina...e se l'avessero fatto, un funerale veloce e in sordina intendo, forse si sarebbero evitate tante penose polemiche.
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