08 aprile 2022

A cosa serve la scuola?


Interessante, ma alcune domande meriterebbero ben altri approfondimenti.
Una, fra tutte, mi tormenta da un po': perché i bambini amano la scuola alle elementari e la odiano dopo?
Può essere perché il rapporto con i professori è diverso da quello, intimo e personale, che si instaura normalmente con la maestra?
O forse dipende dal fatto, drammatico, che si perde la dimensione di "scoperta del mondo" che caratterizza, col suo carico di meraviglia e stupore, le elementari fatte bene?
O ancora dal cumulo di materie, obbligatorie per tutti e totalmente prive di interesse per alcuni?

11 commenti:

  1. Non so rispondere alla tua domanda.

    Molto bello l'intervento che hai postato; l'unico problema è che, purtroppo, la scuola di oggi non è quella auspicata dal professore nei minuti finali del suo intervento, né si vedono segnali che autorizzino a immaginare una inversione del trend.

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    1. Mi domando se lo sia mai stata. Forse l'unica via è un'educazione olistica, familiare, altamente personalizzata. Ma questo implica gruppi minuscoli di studenti e educatori straordinariamente preparati. Costerebbe una follia, non se ne esce

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  2. Credo che in generale, nell'inconscio collettivo, ci sia della funzione della scuola una visione distorta. Tempo fa mi è capitato di sentire una mamma lamentarsi del fatto che la scuola non fornisce le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro. Ma la scuola non deve fare questo. La scuola, almeno fino ai 18 anni, deve essere di formazione. La scuola deve prima formare l'uomo, le competenze vengono dopo. È inutile dare competenze se prima non si è formato l'uomo, se prima non hai inculcato la capacità di usare il senso critico, di pensare. Se non si fa questo, avremo magari dei bravissimi professionisti ma disumani.
    Lo so, è un'utopia, non succederà mai, e d'altra parte è la società tecnica di oggi che non sa cosa farsene dell'uomo e vuole solo competenza e produttività. Ma la scuola non dev'essere questo.

    E alla fine hai ragione: non se ne esce.

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    1. Sono d'accordo con te, ma temo che la mamma del tuo racconto abbia le sue ragioni. Pensaci: per quale motivo la scuola pubblica, gratuita e lunga è un prodotto relativamente recente? Dipende, a mio parere, dalle esigenze produttive moderne. In epoca preindustriale l'apprendistato era sufficiente, e, per la formazione delle classi dirigenti, tutori privati, collegi esclusivi e più università ad accesso limitatissimo bastavano. Lo stato non è un ente di beneficenza e non ha alcun interesse nella "scuola umanista": la scuola pubblica serve a produrre lavoratori. Perché, altrimenti, tutte le discipline davvero umanamente formative (quelle che insegnano a pensare) sono insegnate in poche scuole e per pochissimi anni?

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  3. È così. Per questo scrivevo che è l'organizzazione della società a volere questo. Viviamo ormai in un mondo che dell'umanesimo non sa che farsene. E a me questa cosa dà una tristezza...

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  4. La scuola dopo le elementari terrorizza. Ecco perché lo studente la soffre. In più distorce le tendenze e disinnesca le abilità. La vera educazione la propone la famiglia, e le tue attitudini e le passioni si svilupperanno senza il cappotto di obblighi di superiori e università, costruite per creare macchine adatte ad un sistema già collaudato. Un sistema che oggi, dopo millenni, non sa che produrre ancora e solo guerra.

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    1. È proprio questo il problema: una scuola che non affranca le nuove generazioni dalle eredità delle famiglie di origine non lavora bene

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  5. L'Umanesimo è finito da tempo... e quello transumano è appena cominciato. L'intelligenza artificiale si sta sostituendo a quella umana e razionale, e credere che tale processo alla fine non si riveli una minaccia per l'intera umanità secondo me è pura illusione... 😟
    Anche Flo, per es., che si affida a tali tecnologie, con il blog è ferma all'8 aprile... 🤔 Non è forse questa una minaccia per chi da tempo la segue e la sostiene?... 😱
    Buona Pasqua! 😊

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  6. I ragazzi sono sempre pronti a stupirci!

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