19 gennaio 2021

Ho sei cose nella mente...


...e tu non ci sei più...

Qualche giorno fa mi sono svegliata con la precisa sensazione di un bacio di mia nonna sulla guancia: il suo lieve profumo di sapone, la sua pelle sottilissima sulla mia pelle... così vivido e chiaro e preciso.
Una sensazione dolce e triste. (1)

L'ho raccontato quella sera a mia mamma e l'ho sentita piangere commossa al telefono, lei che non piange mai. Anche la sua pelle sta diventando sottilissima come quella della nonna. (2)

L'insegnante del corso che sto seguendo -donna di una dolcezza e di un'umanità meravigliosa- è corsa a casa perchè suo padre stava male, ma non è arrivata in tempo: non c'erano slot disponibili per il tampone e ha dovuto rimandare il volo di un giorno. E' la mia paura più grande: non arrivare in tempo. Lei che non ha avuto alcun pudore nel mostrarsi in lacrime per il decesso di una sua ex studentessa, si presenta su zoom con un sorriso mesto e si scusa con noi per non essere al suo massimo. (3)

Non permettiamo a noi stressi di soffrire, pretendiamo di essere sempre al top della forma, prontissimi a non fallire mai e così scoppiamo prima del tempo. Il mio compito per i prossimi mesi sarà aiutare mia figlia a capire che il traguardo che ha raggiunto è, per l'appunto, un traguardo, un successo in sè, e che, come tale, non implica niente: è liberissima di percorrere la strada che vuole.  (4)

Dovrei però essere capace di dimostrare coi fatti quello che le dico a parole: lavorare 7/7 dalle 8 alle 23 non è sano. Uno dei seminari della conferenza di oggi si intitolava "Mindfulness e insegnamento"; credevo che l'intento fosse insegnare agli insegnanti a prendersi cura del benessere degli studenti, invece era insegnare agli insegnanti a prendersi cura del proprio benessere, perchè, diceva l'introduzione, un insegnante "bruciato" non sarà mai un buon insegnante. (5)

Già, un buon insegnante. Quale caratteristica rende un "insegnante" un "buon insegnante"? Ho avuto tante risposte nel corso degli ultimi mesi, ma tutti concordano su un punto: quando ogni singolo studente si sente "visto" dal suo prof, quello è un buon prof. Even if you don't care, I care. (6)


4 commenti:

  1. una persona bruciata non è una persona buona né per se stessa né per gli altri, qualunque lavoro faccia.
    la perenne concentrazione su una sola cosa non può dare buoni frutti, può solo esaurire.

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  2. Forse c'entra poco, ma mi è venuta in mente una delle prime cose che mi insegnarono in banca, quando iniziai a sportello e con il contatto con il pubblico: quando entra un cliente, fai un sorriso e dagli il buongiorno, poi puoi continuare a fare gli affari tuoi, ma intanto lo hai stoppato, lo hai reso presenza visibile. Ecco.. a volte il prof che "vede" ogni studente può diventare un impiegato che ne stoppa la frustrazione da invisibilità, rendendolo comunque solo presenza, senza ulteriore sforzo di penetrazione dei suoi bisogni. Poi magari sbaglio..

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    1. "Sentirsi visto", nel senso di notato, osservato come individuo, non "sorvolato" come uno di tanti, unico. Molto diverso dal "Buongiorno" e poi continuo a farmi i fatti miei.

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