E' opinione diffusa, e non del tutto infondata, che solo chi ha provato quello che stiamo provando noi possa capirci fino in fondo. E' evidente: se dico che ho mal di testa, chi soffre di emicrania sa benissimo a cosa mi riferisco. Ma ritengo che chiunque abbia provato un qualunque tipo di dolore fisico possa farsi un'idea, magari approssimativa, di cosa io stia provando a causa del mio mal di testa.
Il problema risiende in quel "magari approssimativa": può l'approssimazione causare reale e profonda incomprensione? C'è chi pensa di sì.
Effettivamente le mie amiche di casa non capiscono cosa io provi quando rientro per una vacanza. Cristina, expat di lunga esperienza, mi aveva messa in guardia e io non le ho creduto, ma aveva ragione.
Se le cose stanno davvero così, allora la mia amica L. (ma anche M. e S. e qualche altra lettera dell'alfabeto...) ha fatto bene a "mettermi da parte" per un po', indipendentemente da quanto il suo gesto mi faccia male.
Però.
Però è davvero così necessario aver vissuto la stessa esperienza per provare, se non comprensione, almeno vicinanza emotiva? Se così fosse, allora io potrei avere solo amiche infelicemente grassocce, con un trasloco improvviso e traumatico durante l'infanzia, con figli sani e bravi a scuola, con suoceri meridionali e un padre coi capelli ricci e (una volta) rossi. E non è così, garantito. (Per inciso: ho amiche piuttosto magre, decisamente più in forma di me... che invidia!)
Certo che, quando chiedo a G. perchè sia tutto così difficile e lui mi risponde che è perchè faccio fatica a capire l'inglese di qui, beh, il sospetto che l'opinione diffusa sia fondata mi viene!
Sono stanca di sentirmi dire "Tu non puoi capire", e poi lo dico io...
Qualcuno può aiutarmi a sbrogliare la matassa?
Cara Flo, questo è un argomento molto difficile da capire, le incomprensioni nascono dal nulla, spesso sono solo delle superstizione che vengo de lontano.
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso