17 luglio 2012

Ho sbagliato tutto

E' evidente: ho sbagliato tutto...
Solo l'anno scorso, dovendo scegliere il nome per questo blog, ho optato per un assai (poco) fantiasioso "non ho tempo" che era la cifra della mia esistenza: sempre in affanno e di corsa, oberata di impegni da incastrare con attenzione, un tipico esempio di vita-puzzle.
Uscivo da casa alle 8:00 (non un minuto più tardi!!!) col mio piccolo codazzo di figli da recapitare a scuola, non senza aver prima riordinato un minimo, così da lasciare la casa in un ordine apparente, che fosse però sufficiente per accogliere tata e bambini al rientro da scuola. Già, la tata...ha lavorato con me per così tanti anni: dalla nascita della piccola non mi ha mai abbandonata. Lei a casa a crescere i miei figli ed io in ufficio, ad incastrare appuntamenti, sopralluoghi e scocciature di varia natura.
Uscivo alle 8:00 precise, dicevo, e rientravo non prima delle 18:30, orario concordato con la suddetta tata. Ma quante volte ho chiamato per annunciare un ritardo... e si facevano le sette, a volte le otto di sera. Riuscivo ad essere presente nei momenti importanti: pediatri, riunioni a scuola, recite e festicciole di fine anno, a costo di salti mortali che solo una mamma libera (?) professionista può capire. Riuscivo anche ad incastrare un caffè con le amiche alla mattina e un pranzo al bar, veloce ma sacrosanto. Ogni tanto un tea pomeridiano ma per carità, non più di 20' perchè poi ho un appuntamento...
E adesso?
Adesso il mio castello così ben costruito mi è crollato addosso, adesso di tempo ne ho da vendere (a proposito: è in vendita. A qualcuno può interessare?).
E io? Io che 15 anni fa ho scelto una strada ora bloccata cosa posso fare?
Guardo le mie amiche. Alcune hanno fatto scelte diverse.
L ha scelto un marito di successo (prerequisito fondamentale) e un part time in un'assicurazione: zero carriera, zero preoccupazioni, tempo per le figlie e per sè. E zero conseguenze dovute alla crisi, suppongo.
L'altra L ha scelto l'ennesimo marito di successo (così almeno racconta lei) e un part time in banca e vale per lei quello che ho scritto sopra.
C è (in)felicemente casalinga. Lei sostiene di essere infelice, ma proprio tanto vero non dev'essere dato che si rifiuta ostinatamente di cercare un lavoro. Ora si sta godendo il mare con i suoi figli.
A è una professionista come me, tirata e tesa ma più brava di me a nasconderlo.
Io non sono brava: sono stanca e delusa e, da qualche tempo, anche decsamente preoccupata circa il mio futuro.
M lavora in un'assicurazione da vent'anni: lavoro sicuro che a volte non le piace ma che non la lascerà mai per strada.
L'altra C è stanca e delusa, forse più di me ma per motivi diversi. Vive in una gabbia che ha contribuito a costruire, guarda fuori e vorrebbe volare via ma si rifiuta ostinatamente di aprire il cancello, usando la chiave che tiene in mano senza vederla.
Mah, questo post non ha nè capo nè coda: non è nemmeno un flusso di coscienza...
Vado dal dentista, vah

9 commenti:

  1. qualcuno è più bravo di altri... qualcuno semplicemente più fortunato.
    altri entrambe le cose o nessuna delle due...

    RispondiElimina
  2. Si, so che hai ragione, che solo un paio di anni fa guardavo con una leggera sensazione di superiorità (mista a commiserazione, via: sono in fase di feroce autocritica) alcune delle suddette L e M e C, che il vento gira e ciò che oggi è 'natraggedia ieri mi rendeva orgogliosa di me...
    So tutto, di testa so tutto ma di pancia no, riesco solo ad essere stanca e delusa.
    Stanca di far tentativi, di cercare vie di fuga, di tentare di immaginarmi in una vita diversa dalla mia senza riuscire. Delusa di me stessa per la sensazione di essermi arresa, di aver solo voglia che tutto finisca, delusa anche dalle persone che ho accanto, dai "grandi vecchi" che avrebbero dovuto evitare di commettere gli errori che abbiamo commesso e che ora dovrebbero guidarci fuori dalla crisi.
    Passerà, dicono tutti. Si, passerà. Ma quando sarà passata noi che fine avremo fatto?

    RispondiElimina
  3. Non lo so...
    ma abbattersi, piangere, arrabbiarsi e sfogarsi è (nell'ordine che preferisci) inevitabile, necessario, sano e persino un po' umano

    RispondiElimina
  4. Sai, April, neppure a te piace: ti senti debole (ti senti debole, non umana...) e questa sensazione non ti piace. Lotti furiosamente contro quelle tre lecrime che ogni tanto tentano disperatamente di rotolare giù e le ricacci indietro perchè tu sei più forte di loro e loro, in definitiva, sono solo acqua.
    Comunque hai ragione: è inevitabile sano eccetera.
    Solo che non porta da nessuna parte

    RispondiElimina
  5. sì, ci si sente infinitamente deboli, cosa che oltre a non piacermi mi spaventa anche.
    forse abbiamo fatto scelte sbagliate, e ammetterlo costa.
    o forse erano giuste un tempo e non lo sono più adesso... e costa ugualmente.
    non sempre ricaccio indietro, sta diventando troppo faticoso e - questo sì- alla fine non mi ha portato da nessuna parte.

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Liberi di niente. Riflettevo su un dato circa la disoccupazione causata dalla crisi. Il settore dell'edilizia rappresenta circa il 20% del pil e, con i suoi circa 500.000 (!) nuovi disoccupati, paga il 30% della crisi. Le percentuali non sono coerenti.
      Inoltre il conteggio dei disoccupati non tiene conto di noi liberi professionisti; non siamo formalmente disoccupati ma siamo inchiodati: niente clienti, niente lavori, cantieri fermi, intere lottizzazioni abbandonate... una desolazione che spero non si trasformi in tragedia. Quanti anni ci vorranno perchè la macchina riparta?
      Sono davvero sconfortata...
      Scusa lo sfogo: non serve a nulla.

      Elimina
  7. Capita anche a me di dovermi sfogare a causa del lavoro, che ho cercato con passione (http://dueperdiciassette.blogspot.it/2011/09/ed-ora-che-si-fa-sette-anni-fa.html), perchè a non farlo è peggio. Liberi professionisti, liberi di organizzarsi la vita quotidiana (magari...) in realtà liberi di nulla, se sono gli estratti conto bancari a regolarti la vita. Parecchio tempo libero, questo sì: da dedicare ai figli, in vista di un futuro migliore.

    RispondiElimina