17 marzo 2017

Voucher

Lo so: non ho titoli per esprimere un parere autorevole sulla questione dei voucher (che magari poi interessa soltanto me), però posso esprimere un'opinione, che spero semplice e non semplicistica.

Penso che la rinuncia a controllarne l'uso sia una dichiarazione di resa consegnata dallo stato alla società (in)civile. Penso che i voucher avrebbero potuto contribuire a limitare il ricorso al nero per le piccolissime prestazioni rese in modo discontinuo alle famiglie: le ripetizioni una tantum prima delle verifiche, un'aiuto a pulire i vetri prima di Pasqua, la passeggiata quotidiana del cucciolo di casa o la pappa al gatto durante il primo we di primavera. O il lavoretto estivo degli universitari (quando lo capiranno, in Italia, che è anche così che si cresce?).
Sarebbero dovuti essere una cosa facile: compro il blocchetto in posta e stacco un tagliando all'occorrenza e bon, morta lì. E invece ci ha messo lo zampino da una parte l'ufficio complicazioni affari semplici, mai "sotto organico", e dall'altra il favoloso talento di imprenditorucoli da quattro soldi capaci di approfittare di qualunque scappatoia le norme lascino intravedere.

E così salta tutto. Peccato

PS: Un'ultima considerazione per completare lo sconfortante quadro: indire un referendum sui voucher sarebbe stata un'idiozia colossale. Poi non ci fanno votare sull'eutanasia!

9 commenti:

  1. Cara Flo, sono d'accordo con te, ma perché funzionassero veramente e che avessero dei veri risultati ci vorrebbe la gente più onesta!!!
    Ciao e buon fine settimana cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Servirebbe che la gente onesta, che è tanta, sì svegliasse...
      Buona domenica, caro Tomaso, e grazie di essere passato da me!

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  2. Ho pensato le stesse cose anch'io, e non posso che darti ragione. Su tutto, referendum compreso, ché sarebbero stati altri soldi sprecati.
    Come sempre, scaricano su di noi le loro responsabilità, e l'incapacità di governare ha raggiunto livelli talmente preoccupanti, che mi chiedo per quale motivo continuiamo a pagar loro lo stipendio.
    Deprimente! :( ☻ ☻ :(
    Un abbraccio e buon fine settimana! ♥ ♥
    Francesco

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    1. Dai, troviamo un argomento sul quale siamo in disaccordo...

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  3. L'Italia è il paese delle occasioni mancate e della propensione all'imbroglio. e da questo non ci salverà nessun governo, da qualunque parte arrivi, se non cambiamo noi

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  4. In questi giorni mi sono venute in mente altre cose da dire. E' un periodo in cui ho le riflessioni... ritardate... Forse sarà l'arrivo della primavera o, peggio, della vecchiaia.
    Sempre a proposito dei voucher, e del "nero" che usandoli limiterebbero, per adoperare qualcuno dei tuoi esempi stavo pensando che se dovessi "arrotondare" la pensione coi voucher portando fuori il botolo del vicino, o riparargli la lavatrice, o imbiancargli la casa e pulirgli i vetri, credo che prima mi metterei d'accordo col vicino e gli direi: "Senti un po', vicino, ma per quale motivo mi devi pagare coi voucher - che così poi mi aumenta il reddito e mi tassano di più la pensione, e per recuperare qualcosa sono costretto a chiederti di più - quando invece ti faccio lo sconto e non diciamo nulla a nessuno?" Lo so che non sta bene, ma dobbiamo sempre essere i primi noi a fare gli onesti? Parlo così perché ci sono già passato, e quando lavoravo facendomi pagare con la ritenuta d'acconto e dichiaravo tutto quello che guadagnavo, un bel giorno mi sono trovato con una cospicua fetta in meno sulla mia già misera pensione. "Ma non si potrebbe invece non dichiarare nulla?", avevo chiesto al mio editore. "No, perché la firma è la tua e se fanno un controllo incrociato se ne accorgono!" Quando ho capito che fra tasse e trattenute alla fine stavo lavorando quasi per nulla, ho smesso di lavorare. Non solo, perché poi mi sono anche cancellato dall'ordine dei giornalisti per non pagare più la quota annuale, le "gestioni separate", il fondo per le "colleghe in maternità" e tutto il resto dei balzelli connessi, comprese le spese del commercialista che mi teneva i conti. E, badate bene, non guadagnavo mica dei milioni!
    Concludo dicendo che se il nostro fosse un Paese più semplice, tutti sarebbero più onesti e tutto sarebbe fatto alla luce del sole e io avrei continuato a lavorare perché mi piaceva. Ma siccome è un Paese complicato, per renderlo semplice vedo solo due strade: o imbrogli e fai le cose di nascosto sperando che non ti becchino, oppure non fai nulla, cerchi di possedere il meno possibile e ti accontenti del poco che hai. Io ho scelto la seconda. Almeno la notte dormo come un sasso!
    Un caro saluto, e buona notte (vista l'ora)!
    Francesco

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  5. Opsss... come al solito mi sono un po' allungato...

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